Al giorno d’oggi viviamo in un mondo interconnesso in cui una singola persona è collegata a tutte le altre tramite televisioni, giornali, internet, cellulari, posta elettronica e soprattutto social network. Il ruolo dei media era, è e sarà sempre un ruolo cruciale nelle interazioni tra gli individui e il mondo circostante.
Il caso della guerra in Libia è un caso emblematico di come i media influenzino il nostro pensiero perché se chiedete agli occidentali un parere su Gheddafi sarà nettamente diverso da quello di qualche mese fa. Perché? Semplicemente perché i media prima non c’avevamo mai parlato della Libia e del dittatore africano così molte persone non avevano un opinione blanda e quasi assente sul regime libico mentre oggi tantissime persone sono contro Gheddafi.
I media hanno la funzione di creare opinioni tramite molte scorciatoie e questo è visibile in politica e soprattutto nei casi di cronaca nera. Il caso di Cogne che vedeva coinvolta Annamaria Franzoni è un caso lampante di come i media creino opinioni nelle persone perché nessuno di noi era presente sul fatto, ma più o meno tutti ci siamo fatti un opinione giudicando quella donna come colpevole o innocente. Nessuno di noi sa come siano andate le cose e non le sanno nemmeno i media tuttavia su questi casi ci forniscono opinioni invitando persone a esprimere la propria opinione.
E ancora in politica il ruolo dei media è determinante perché le opinioni sono determinanti e il controllo dei media gioca un ruolo cruciale per spostare l’elettorato. Da italiani viviamo in un mondo a parte avendo 5 canali su 7 che trasmettono più o meno la stessa informazione e avendo un tipo di giornalismo molto morbido in cui i giornalisti si accordano con i politici sui temi da esporre. Il giornalismo d’oltremanica o a stelle e strisce invece è molto più duro e un politico non si sognerebbe di attaccare un giornalista e nemmeno di raggiungere un accordo perché la potenza dei media è così devastante che il politico di turno sarebbe distrutto in qualche ora.
La televisione nella creazione dell’opinione è un mezzo fantastico perché non è richiesto alcuno sforzo all’utente, deve solo stare lì ad ascoltare e guardare video già confezionati da un’altra persone. Gli altri media come ad esempio il quotidiano o internet invece sono diversi perché necessitano di una collaborazione attiva del lettore perché egli dovrà costruirsi un percorso informativo, dovrà scegliersi la fonte, dovrà leggere e dovrà crearsi da solo un’opinione. Insomma la differenza tra i due media è davvero enorme.
Studiando comunicazione mi definisco un tradizionalista e sostengo la corrente di pensiero che vede i media schiavi dell’utenza. Cerco di spiegarmi meglio con un esempio: il Grande Fratello esiste perché lo vogliono le persone, se le persone non lo guardassero non esisterebbe. A chi critica questa teoria dicendo che è datata ribatto dicendo che l’utente è libero di cambiare programma a suo piacimento e di guardare altri tipi di programma, tuttavia la maggior parte della gente continua a guardarlo costringendo l’editore a fare questo tipo di programma.
In tutti i settori comunicativi è così e se torniamo al discorso delle politica risulta chiaro che anche qui i media si adeguano a quello che la gente vuole sentire: se la gente vuole sapere del caso Ruby si parlerà solo di quello, se la gente vuole sapere della guerra in Libia si parlerà solo di quello. Certo, c’è anche chi fa informazione in modo diverso come “Il fatto quotidiano” che punta a un giornalismo classico senza tante rubriche dementi e senza la spettacolarizzazione della politica, ma è uno e unico e ha un ritorno in termini di vendite di 70.000 vendite.
Sogno un tipo di media al servizio del cittadino, o meglio sogno un cittadino affamato di notizie e non di gossip perché sinceramente non mi interessa quel che Berlusconi fa con le sue donne ad Arcore, mi interessa se invece inserisce delle leggi speciali che mi peggiorano la situazione economica e sociale. Il giornale che ho citato sopra è un bel esempio di giornalismo attento ai fatti veri e non ai gossip.